Casella di testo: Roberto Sorgo                                                                                             Pagina iniziale > Religioni > Stregoneria

STREGONERIA

 

 

Nel passato, quando servivano capri espiatori a cui attribuire la causa di calamità naturali o situazioni sociali non più tollerabili, era consueto accusare qualcuno di stregoneria. L’accusa di utilizzare pratiche magiche a danno della collettività o di singole persone ha diffusione universale. Praticamente in tutte le culture si ritiene che esistano persone in grado di provocare effetti dannosi mediante l’uso di particolari poteri magici. Così, quando le intemperie distruggono i raccolti, oppure un’epidemia fa ammalare e morire molte persone, soprattutto bambini, o si verificano catastrofi naturali come terremoti, inondazioni o eruzioni vulcaniche, la comunità va alla ricerca dei colpevoli e spesso li trova in individui particolarmente adatti a essere accusati di stregoneria. Si tratta in genere di persone estranee al gruppo sociale interessato, per esempio vagabondi o pastori di passaggio o gruppi di popolazioni nemiche, oppure di persone ai margini della società, per esempio malati di mente, persone solitarie, disadattate o comunque già malviste all’interno del gruppo.

 

Conformismo — Non va infatti dimenticato che i gruppi umani manifestano un’elevata propensione al conformismo, cioè a seguire mentalità, opinioni e modi di vita prevalenti all’interno del gruppo, specialmente se quest’ultimo è relativamente piccolo; nella società di massa attuale è più facile sfuggire al conformismo e perseguire sviluppi autonomi. Il conformismo è utile perché consente di prevedere meglio il comportamento degli altri, ma presenta lo svantaggio di elaborare condanne quasi automatiche nei confronti di chi non segue le regole comuni. Così, quando qualcuno manifesta comportamenti insoliti, tale persona viene facilmente esclusa dal gruppo e diventa un elemento distruttivo per il gruppo stesso. E in effetti a fungere da capri espiatori sono quasi sempre persone non integrate nella collettività oppure gruppi umani minoritari dal punto di vista etnico o religioso; pensiamo alle persone di colore negli Stati Uniti del XIX e del XX secolo oppure agli ebrei nell’Europa cristiana, discriminati e perseguitati per quasi duemila anni.

 

Conflitti sociali — In questo contesto la stregoneria fornisce un insieme di credenze con cui esprimere e in certa misura risolvere i conflitti sociali. Ciò avviene generalmente in comunità contadine in cui la mobilità sociale è scarsa; le persone vivono a stretto contatto con parenti e vicini e difficilmente riescono a sottrarsi a un tipo di società praticamente immutabile. Quando i conflitti non vengono risolti tramite meccanismi di regolazione sociale, o quando la situazione economica diventa difficile per cause naturali o comunque non facilmente spiegabili, nella popolazione si accumulano tensioni interpersonali che alla fine conducono ad accuse di stregoneria.

Allora i conflitti sociali vengono spiegati dicendo che in genere vi è armonia nella collettività, e i turbamenti sono attribuiti alla malvagità di singole persone o gruppi di persone. In questo contesto rientra anche il malocchio, ovvero la credenza secondo cui certe persone, tramite il proprio «sguardo cattivo» (malo occhio), sono in grado di «gettare» (in napoletano iettare, da cui iettatore) un influsso malefico su persone e cose. Si attribuiva questa capacità, fra gli altri, ai condannati a morte, che pertanto venivano bendati per impedire la loro azione dannosa. Il malocchio, credenza diffusa in moltissime culture, può essere considerato un primo passo verso la stregoneria.

 

Paura delle streghe — In queste società l’accusa di stregoneria è una delle peggiori a cui si possa andare incontro, e la pena è molto spesso la morte. D’altro canto, la paura delle streghe è diffusa; se tutta la società è convinta dell’esistenza delle streghe, il timore di essere attaccati da questi esseri malvagi è reale; non è però una paura ossessiva: può essere paragonata alla paura attuale di morire in incidenti stradali o aerei. Allora questa duplice minaccia, di essere accusati di stregoneria e di essere attaccati dalle streghe, può essere una fonte di controllo sociale, che rende le persone più circospette nel loro comportamento verso gli altri.

Come noto, le accuse di stregoneria riguardano in maggioranza le donne. Questo perché in molte culture le donne sono considerate «selvagge» e licenziose, dalla sessualità sfrenata, dominate dalle passioni, e in mancanza di imposizioni sarebbero incontrollabili; alle donne, spesso considerate impure e contaminanti a causa delle mestruazioni, si attribuiscono poteri magici; invece gli uomini sono considerati esseri razionali, custodi della religione e della società. Insomma le donne sono natura, gli uomini cultura. Inoltre coinvolgono soprattutto le donne anche altre situazioni eccezionali, come la possessione demoniaca. Questo probabilmente si spiega con la mancanza di sfogo delle frustrazioni, comune anche fra gli uomini ma più gravosa per le donne, poiché queste ultime, oltre alla mancanza di prospettive e all’accumulo di tensioni per una vita grama, devono sopportare anche le vessazioni imposte dagli stessi uomini. Così se l’uomo può sfogarsi picchiando la moglie o i figli, alla donna non resta che «dare di matto» facendosi possedere dal demonio o dedicandosi a qualche baldoria, vera o più spesso immaginaria, con streghe e diavoli.

 

Uomini e donne — Tuttavia la stregoneria non è un’esclusiva delle donne. Anche nel periodo della «caccia alle streghe» in Europa fra XV e XVIII secolo, almeno in un caso su quattro finirono sul rogo degli uomini. Poiché vi era un diverso ruolo di uomini e donne nella famiglia e nella società, generalmente le accuse di stregoneria rivolte alle donne riguardavano eventi interni alla casa, per esempio la morte di bambini, mentre quelle agli uomini si riferivano a eventi esterni, come la distruzione di raccolti, sebbene non si possano tracciare demarcazioni precise.

Si possono individuare elementi comuni alle streghe di tutte le culture: sono attive di notte; volano su manici di scopa (Europa) o su setacci rotondi (Africa centrale); hanno come assistenti degli animali (gatti, cani e donnole in Europa, cani e volpi in Giappone, iene, gufi e babbuini in Africa); depredano o distruggono proprietà; feriscono le persone, le mangiano vive (spiegazione africana delle ulcere tropicali) oppure le uccidono e poi ne riesumano il corpo per le loro feste.

Come nel caso più generale della magia (si veda l’articolo Magia), anche per la stregoneria va osservato che questa non è mai stata realmente praticata. Le accuse erano fondate su una miscela di ignoranza, pregiudizio, superstizione e ricerca di capri espiatori per il peggioramento della situazione socioeconomica. La famosa caccia alle streghe in Europa è emblematica a questo riguardo.

 

La caccia alle streghe — Ancora oggi gli studenti italiani apprendono alle scuole medie l’episodio di Canossa, in cui l’imperatore Enrico IV, potente sovrano del Sacro romano impero, fu costretto nel 1077 a indossare vesti di penitente e chiedere perdono al pontefice Gregorio VII, per cercare una riconciliazione fra impero e papato nel conflitto chiamato lotta per le investiture e scatenato dallo stesso papa con il divieto ai principi laici di nominare i vescovi. L’episodio di Canossa, che fu indubbiamente, diremmo oggi, un successo di pubbliche relazioni, in realtà costituì per il papa una vittoria solo temporanea. Poco dopo, il conflitto con l’imperatore riprese con rinnovata asprezza. Fu così che il lunedì di Pasqua del 1080, dal pulpito di San Pietro a Roma, Gregorio VII annunciò la caduta del suo avversario Enrico IV al massimo entro il 1º agosto dello stesso anno. Questa previsione era basata su un’invocazione agli apostoli Pietro e Paolo, disse il papa, aggiungendo che non si prestasse più fede alle sue parole se la profezia non si fosse avverata. Invece Enrico IV regnò fino al 1105 e morì nel 1106; in quello stesso anno 1080 nominò un antipapa con il nome di Clemente III, nel 1084 invase Roma e si fece incoronare imperatore dal medesimo antipapa.

 

Accuse di stregoneria — Poiché ai cristiani era proibito praticare la divinazione, questo episodio contribuì a far muovere a Gregorio VII accuse di stregoneria. Imputazioni analoghe furono avanzate in precedenza contro i papi Silvestro II (999-1003), Giovanni XIX (1024-1032) e Benedetto IX (1032-1048) e successivamente contro Alessandro VI (1492-1503). Questo per dire che le accuse di stregoneria non risparmiarono nessuno. D’altronde si sospettavano di stregoneria o di rapporti col diavolo anche coloro che manifestavano conoscenze straordinarie, come Alberto Magno (Albert von Bollstädt, 1206-1280), Ruggero Bacone (Roger Bacon, 1214-1293) e Paracelso (Philipp Theophrast Bombast von Hohenheim, 1493-1541).

Il papato, verrebbe da dire, si vendicò. Per circa trecento anni, dal XV al XVIII secolo, vi fu in Europa la cosiddetta «caccia alle streghe», che condusse sul rogo non meno di 60 mila persone (per tre quarti donne), anche se il numero esatto è ignoto ed è probabilmente molto più elevato. La caccia fu scatenata dalla Chiesa cattolica, ma dopo la Riforma vi presero parte anche le comunità protestanti; Martin Lutero (Martin Luther, 1483-1546) approvò espressamente l’attività contro la stregoneria, considerata opera del demonio, e Giovanni Calvino (Jean Cauvin o Calvin, 1509-1564), un altro dei principali riformatori, fu anche uno dei più feroci persecutori di streghe.

 

Documenti — Normalmente si ritiene la caccia alle streghe una pratica «medievale». In realtà ebbe inizio a medioevo ormai concluso. Le suddivisioni dei periodi storici sono sempre convenzionali e arbitrarie, ma di solito si fa incominciare l’epoca moderna con la scoperta dell’America nel 1492. I processi per stregoneria, sebbene avessero avuto inizio già nella prima metà del Quattrocento, trassero l’impulso decisivo da due documenti pubblicati verso la fine del secolo: la bolla contro le streghe emanata da papa Innocenzo VIII nel dicembre del 1484, documento in cui il pontefice considerava vere le dicerie sulle streghe, quali distruzione dei raccolti, sterilità delle donne e impotenza degli uomini, omicidi anche di fanciulli; e, nel 1487, il Malleus maleficarum («Martello delle streghe»), opera del monaco domenicano Jakob Sprenger. Questo libro dimostrava quasi scientificamente l’esistenza delle streghe, ne descriveva le pratiche e i crimini, spiegava come riconoscerle e naturalmente indicava come procedere una volta individuati tali esseri diabolici. I processi per stregoneria, pertanto, esplosero non nel «buio» medioevo, bensì nel tanto decantato Rinascimento, con un massimo di follia isterica collettiva fra il 1560 e il 1630.

 

Una muffa — A che cosa fu dovuta questa ondata di condanne al rogo? Verrebbe da rispondere: a una muffa. Il discorso è tuttavia più ampio. Nel periodo interessato, fra XV e XVII secolo, in Europa vi fu un abbassamento della temperatura, si parla infatti di «piccola glaciazione». La conseguenza principale fu un cambiamento climatico con tempeste, grandinate e gelate che distruggevano i raccolti, riducendo molte persone alla fame. La situazione richiedeva ovviamente dei capri espiatori.

Il mutamento delle condizioni climatiche comportò nell’Europa centrale una sostituzione del frumento, che non cresceva più, con l’orzo e la segale. Mentre però il frumento è abbastanza resistente ai funghi, l’orzo e soprattutto la segale ne vengono facilmente attaccati e manifestano varie malattie. Una di queste comporta la formazione di escrescenze sulla spiga, per questo è chiamata segale cornuta, ed è provocata dalla muffa Claviceps purpurea. L’attacco dei funghi aumenta con l’umidità, e il freddo induce una maggiore produzione di micotossine, sostanze velenose prodotte nei cereali da queste muffe. Molte piante infatti producono alcaloidi, sostanze azotate a struttura ciclica, che hanno un effetto tossico sia sugli animali sia su funghi, batteri o virus, e hanno lo scopo di proteggere la pianta dagli attacchi di questi nemici. Costituiscono una sorta di pesticidi naturali, che noi normalmente mangiamo con i vegetali presenti nella nostra alimentazione. È stato calcolato che noi ogni giorno ingeriamo circa 1 grammo di questi antiparassitari naturali, mentre i residui di pesticidi chimici presenti nel nostro cibo ammontano a circa 0,15 milligrammi, ossia quasi diecimila volte di meno.

 

Pane di segale — Ignari di tutto questo, i contadini dell’epoca, pur di non morire di fame, si nutrivano di pane di segale, ma la pianta era infettata da questi funghi. La segale cornuta produce ergotammina e altri alcaloidi, sostanze che provocano allucinazioni e visioni, tutti derivati dall’acido lisergico, da cui nel XX secolo è stato tratto chimicamente il prodotto chiamato Lsd, nota droga allucinogena. Inoltre le micotossine della segale cornuta davano origine a disturbi organici di vario genere. Per esempio, nelle donne che allattavano, il latte era scarso o del tutto assente, oppure risultava tossico. Vi erano casi di sterilità, di aborti spontanei e di malformazioni dei feti (i «mostri»). Negli uomini si registravano infertilità, impotenza, ma anche alterazioni delle mammelle da cui poteva derivare il «latte di strega». Tra i sintomi provocati dagli alcaloidi vi erano inoltre convulsioni, spasmi muscolari (il «ballo di San Vito»), vomito, bruciore, formicolio, intorpidimento di mani e piedi, nonché insensibilità della pelle, un sintomo ritenuto importante per identificare una strega.

 

Unguenti per volare — Altre piante sono note come fonti di alcaloidi, fra cui mandragola, belladonna e giusquiamo. Con questi ingredienti le streghe preparavano gli «unguenti per volare»: gli estratti di queste piante venivano mescolati a oli o grassi e poi applicati sulla pelle. Poiché l’assorbimento è più rapido attraverso le mucose, si strofinava l’unguento sotto le ascelle o sui genitali. In molte illustrazioni dell’epoca si vedono streghe nude a cavalcioni di manici di scopa; spalmando l’unguento sul manico e sedendosi a cavalcioni, le streghe potevano così assorbire gli alcaloidi delle piante attraverso le mucose genitali, dopo di che queste sostanze provocavano loro euforia ed ebbrezza e anche la sensazione di volare.

Così la caccia alle streghe può essere considerata un fenomeno di pazzia collettiva. Se infatti le streghe erano «pazze», nel senso che erano vittime di allucinazioni e visioni causate dalla segale cornuta e dagli unguenti, non meno pazzi erano i giudici dei tribunali che prendevano per vere queste storie. In preda alle sostanze allucinogene, le streghe si immaginavano di volare (un noto effetto anche dell’Lsd), con o senza manici di scopa, di compiere incantesimi e di partecipare ai sabba, riunioni delle streghe con il diavolo, loro capo, con cui spesso avevano rapporti sessuali. E gli inquisitori cercavano di conoscere tutti i dettagli di queste feste demoniache, domandando perfino come fosse il «membro» di Satana (freddo, secondo tutti i resoconti). Una situazione che apparirebbe ridicola se non fosse costata la vita a migliaia di innocenti.

 

Il sabba — È opportuna una breve digressione sul sabba. Questo termine, come «sabato», deriva dall’ebraico shabbàt, «(giorno di) riposo» (si veda l’articolo Settimana). Si riteneva infatti che le streghe fossero adoratrici del diavolo, il quale era particolarmente attivo proprio nei giorni in cui Dio si «riposava», vale a dire nelle feste. Sia nel mondo celtico, sia in quello germanico e anglosassone, vi erano quattro sabba principali, uno per ogni stagione, nelle notti precedenti le feste che scandivano l’anno agricolo. Una di queste era la notte di Valpurga (30 aprile-1º maggio; Valpurga era una santa inglese sepolta e venerata in Germania), menzionata anche nel Faust di Goethe. Un’altra, la più importante, era la festa della fine del raccolto, che nel mondo celtico si chiamava Samhain (pronunciato sàuin) e si celebrava all’inizio di novembre. Si riteneva che in questa notte le anime dei defunti tornassero sulla terra a far visita alle rispettive famiglie, e che nell’occasione fossero in giro tutti gli esseri soprannaturali: streghe, folletti, spiriti di ogni genere. Con l’avvento del Cristianesimo, a questa ricorrenza si sovrappose la festa di Ognissanti, il 1º novembre, e così il principale sabba dell’anno divenne la vigilia di Ognissanti, in inglese All Hallows’ Even, poi abbreviato Hallowe’en, con il suo contorno di zucche, prodotto tipico del periodo autunnale. Questa festa dell’antica Europa centrale fu trapiantata negli Stati Uniti dagli emigrati, soprattutto irlandesi, e noi recentemente l’abbiamo di nuovo importata dall’America, senza sapere perché.

I sabba delle streghe, non necessariamente legati a festività particolari, esistono ancora, sebbene siano eventi più folcloristici che diabolici. In varie parti d’Europa, infatti, nell’ambito di quel movimento più vasto che è la New Age (se ne parla in Religioni ieri e oggi), sono sorti gruppi di streghe e stregoni. Queste persone affermano di aderire a una religione antica opposta al Cristianesimo e precedente a quest’ultimo, ma tale affermazione non corrisponde a verità.

Oltre alle streghe, la tradizione ci ha tramandato vari altri mostri, che nel corso dell’ultimo secolo hanno avuto fortuna nella letteratura e nel cinema. Alcuni tra i più celebri sono menzionati nell’articolo Vampiri.

 

 

Ø Vai a Vampiri

Ø Vai a Superstizioni

Ø Vai a Causa ed effetto

Ø Vai a Magia

Ø Torna a Religioni

Ø Torna alla Pagina iniziale