Casella di testo: Roberto Sorgo                                                                                                  Pagina iniziale > Religioni > Settimana

SETTIMANA

 

 

I sette giorni con cui ancora oggi, in tutto il mondo, si calcola il tempo hanno una storia molto lunga e curiosa. Va osservato innanzi tutto che la settimana è un’unità di tempo del tutto arbitraria, diversamente dagli altri periodi che utilizziamo di solito: il giorno e l’anno possiedono un fondamento astronomico, rispettivamente la rotazione della Terra su sé stessa e la rivoluzione del pianeta attorno al Sole, mentre il mese può essere calcolato in base al ciclo lunare, purché si alternino mesi di 29 e 30 giorni; infatti tale ciclo, avendo una durata di circa 29 giorni e mezzo, non è con precisione un multiplo del giorno, e nemmeno una suddivisione dell’anno, per cui un calendario con 12 mesi lunari è più corto di quello solare (354 giorni anziché 365), come avviene per esempio nel calendario musulmano ancora oggi in uso.

 

Mesopotamia — La settimana risale probabilmente ai sumeri, antico popolo della Mesopotamia, l’attuale Iraq, a cui dobbiamo anche il sistema di calcolo sessagesimale, con cui ancora oggi contiamo le ore (di 60 minuti, ciascuno di 60 secondi) e i gradi degli angoli: il cerchio ha 360°, il semicerchio 180°, l’angolo retto 90°; un grado è suddiviso in 60 primi, ogni primo in 60 secondi. Questo sistema di calcolo, è stato ipotizzato, potrebbe derivare dalla pratica di contare con le mani: se si utilizzano le falangi delle quattro dita lunghe (escludendo cioè il pollice) si ha un sistema in base 12; con le cinque dita dell’altra mano si può contare allora fino a 60.

Tornando alla settimana, il primo a istituire in maniera documentata questa scansione del tempo fu Sargon il Grande, re di Akkad, fondatore del primo impero mesopotamico dopo la conquista di Ur e di altre città sumeriche, intorno al 2300 a.C. È probabile pertanto che la settimana fosse utilizzata dai sumeri e poi confermata da Sargon per il nuovo grande impero. Per i sumeri, infatti, i sette corpi celesti erano divinità o manifestazioni di divinità e per questo furono associati ad altrettanti giorni. Il sistema fu poi adottato, sempre in Mesopotamia, dai babilonesi e da questi passò al mondo mediterraneo.

 

Sette astri — Il Sole, la Luna e i cinque pianeti principali visibili a occhio nudo percorrono l’eclittica, ossia seguono il cammino apparente del Sole nel cielo. L’eclittica è la traiettoria percorsa dal Sole in un anno ed è così chiamata perché le eclissi avvengono quando la Luna attraversa questo piano; per la precisione, infatti, il cammino della Luna non coincide del tutto con l’eclittica, ma è spostato di circa 5 gradi.

I sette astri furono associati ad altrettante divinità babilonesi (come accennato nell’articolo Astri): Shàmash (il Sole), Sin (la Luna), Nergàl, dio della guerra e degli inferi (il cui equivalente divenne per i greci Ares e per i romani Marte); Nabu, dio della scrittura e della vegetazione (Ermes, Mercurio); Mardùk, sovrano degli dèi e dio delle tempeste (Zeus, Giove); Ishtàr, dea dell’amore e della fertilità (Afrodite, Venere); e Ninurta, dio delle inondazioni e delle piogge, ma anche dell’aratura (Crono, Saturno). I nomi romani dei pianeti si sono conservati fino a oggi.

 

Ordine dei giorni — L’ordine in cui si succedono i giorni della settimana non è casuale, ma rispecchia la concezione del cosmo nel mondo antico. Secondo una spiegazione (che non è però l’unica) fornita dallo storico greco Dione Cassio (circa 155-235 d.C.), gli astri venivano ordinati in base alla loro velocità di transito lungo l’eclittica, dal più lento al più veloce: Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio, Luna. Si riteneva che ciascuna delle 24 ore del giorno fosse governata da un pianeta, e il giorno riceveva il nome dal pianeta associato alla sua prima ora; non dimentichiamo che nel mondo semitico, quindi anche babilonese, la prima ora è quella successiva al tramonto. Così la prima ora del primo giorno era governata da Saturno, e quello era il giorno di Saturno, cioè il sabato, che in inglese moderno si chiama ancora così, Saturday, da Saturn’s Day, «giorno di Saturno», mentre il nome italiano deriva dall’ebraico shabbàt, «(giorno di) riposo», perché questo giorno in seguito fu spostato in ultima posizione e con gli ebrei passò a ricordare il settimo giorno del riposo divino dopo la creazione, secondo la narrazione biblica. In realtà la tradizione del riposo nel settimo giorno era dovuta al fatto che il numero 7 era considerato sacro ma aveva anche un lato oscuro, di cattivo auspicio, per cui si tendeva a evitare di intraprendere attività nei giorni 7, 14, 21 e 28 di ogni mese. La tabella che segue illustra la sequenza delle ore del giorno e dei pianeti associati.

 

 

        

 

1

2

3

4

5

6

7

1

Ninurta

Saturno

Shamash

Sole

Sin

Luna

Nergal

Marte

Nabu

Mercurio

Marduk

Giove

Ishtar

Venere

2

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

3

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

4

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

5

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

6

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

7

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

8

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

9

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

10

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

11

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

12

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

13

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

14

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

15

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

16

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

17

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

18

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

19

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

20

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

21

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

22

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

23

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

Marte

Mercurio

24

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Sole

Luna

 

 

Se la prima ora del giorno è associata a Saturno, la seconda è governata da Giove, la terza da Marte e così via, ripetendo poi il ciclo secondo l’ordine dei pianeti sopra indicato. Allora la 22ª ora è di nuovo governata da Saturno, la 23ª da Giove e la 24ª da Marte. Pertanto la prima ora del giorno successivo è sotto il dominio del Sole, e così il secondo giorno è dedicato a questo astro; in inglese oggi è Sunday, in tedesco Sonntag, appunto «giorno del Sole», mentre l’italiano domenica come sappiamo significa «giorno del Signore» e ha origine cristiana. Procedendo allo stesso modo vediamo che il terzo giorno è dedicato alla Luna (lunedì, Monday, Montag), il quarto a Marte, il quinto a Mercurio, il sesto a Giove, il settimo a Venere. Nel mondo anglosassone questi pianeti-divinità sono stati sostituiti da altri dèi di origine germanico-scandinava: il dio della guerra Tiw (Tuesday, martedì), il padre degli dèi Woden-Odino, identificato però anche con Mercurio (Wednesday, mercoledì), il dio del tuono Thor (Thursday, giovedì) e la dea dell’amore Freya (Friday, venerdì).

Come detto, successivamente il sabato passa all’ultimo posto diventando il giorno del riposo e del servizio divino, mentre dai cristiani questo ruolo viene attribuito alla domenica, primo giorno della settimana, in precedenza dedicato all’adorazione del Sole e in particolare del dio Mitra, il cui culto era diffuso in Medio Oriente e nell’Impero romano. Nel calendario liturgico cattolico, i giorni diversi dalla domenica sono dedicati ai santi e perciò si chiamano «feriali», perché ognuno di essi è la «festa» (latino feria) di un santo; ancora oggi in lingua portoghese i giorni dal lunedì al venerdì si chiamano segunda-feira, terça-feira e così via fino a sexta-feira, ricalcando la denominazione latina del calendario liturgico (feria secunda, feria tertia eccetera).

 

 

        

 

Sole

Luna

Marte

Mercurio

Giove

Venere

Saturno

Italiano

domenica

lunedì

martedì

mercoledì

giovedì

venerdì

sabato

Francese

dimanche

lundi

mardi

mercredi

jeudi

vendredi

samedi

Spagnolo

domingo

lunes

martes

miércoles

jueves

viernes

sábado

Portoghese

domingo

segunda-feira

terça-feira

quarta-

feira

quinta-

feira

sexta-feira

sábado

Inglese

Sunday

Monday

Tuesday

Wednesday

Thursday

Friday

Saturday

Tedesco

Sonntag

Montag

Dienstag

Mittwoch

Donnerstag

Freitag

Samstag

Greco

Kiriakí

Deftéra

Tríti

Tetárti

Pémpti

Paraskeví

Sávvato

Ebraico

yom rishòn

yom shenì

yom shlishì

yom revi’ì

yom khamishì

yom shishì

yom shabbàt

Arabo

yawm

al-àhad

yawm

al-ithnayn

yawm

al-thulatha’

yawm

al-arbi‘a’

yawm

al-khamìs

yawm

al-jum‘ah

yawm

al-sabt

 

 

Già che ci siamo, sulla scorta di questa tabella possiamo dare un’occhiata alle denominazioni dei giorni in altre lingue, e vediamo che spesso il nome deriva dal numero ordinale indicante la collocazione del giorno nella settimana: primo, secondo, terzo eccetera. Così è in ebraico, dalla domenica (yom rishòn, «primo giorno») al venerdì (yom shishì, «sesto giorno»), mentre il sabato è il già citato shabbàt. Analogamente avviene in arabo per i giorni dalla domenica (yawm al-àhad, «primo giorno») al giovedì (yawm al-khamìs, «quinto giorno»); il sabato, yawm al-sabt, deriva dall’equivalente ebraico, mentre il venerdì, jùm‘ah, è collegato al termine «moschea» (jàmi‘a), dato che entrambi derivano dal verbo jàma‘a, «riunire»; come è noto, i musulmani si riuniscono nella moschea il venerdì per la preghiera collettiva.

In greco i numeri ordinali femminili (da Deftéra, «seconda» a Pémpti «quinta», sottintendendo il femminile méra, «giorno») danno origine ai giorni dal lunedì al giovedì, mentre il sabato è Sávvato, la domenica è Kyriakí («giorno del Signore») e il venerdì è Paraskeví. Quest’ultimo termine significa «preparazione» e risale all’usanza ebraica di preparare di venerdì i pasti per il sabato, quando è proibito qualsiasi lavoro, anche accendere il fuoco per cucinare; il termine è passato al Cristianesimo (in italiano Parasceve) per indicare il venerdì santo, «preparazione» alla Pasqua.

 

 

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